Il ritratto non si esaurisce nella rappresentazione della figura o della fisionomia di una persona. Assolutamente no.
Prima di ieri, avrei considerato lo spazio vuoto che sto colmando con queste parole una distanza irraggiungibile per le mie inquiete gambe e, soprattutto, per quel muscolo che continua oggi a scuotermi dopo aver riconosciuto il terremoto in un fondale nero.
Quel fondale è la “trappola”, ben illuminata e ben visibile, che così generosamente Toni Thorimbert ha posizionato per noi: entriamo e uno alla volta ci lasciamo inghiottire dalla sua grande bocca spalancata e mansueta. Senza un grido, senza opporci, accontentandoci di sparire dietro la macchina fotografica pur di non accettare la nostra vera condizione. Fingiamo, ma non ci siamo ancora resi conto che con Toni non si può mentire. Lui sa già cosa ci passa per la testa.
Urleremo dopo, quando lo sfondo si sarà trasformato nel paesaggio su cui tante strade diverse si intrecciano fino a raggiungere un percorso condiviso al centro di se stessi.
Potrei raccontare tanto di questi due giorni trascorsi a parlare e a scambiarci energie, a ridere ma anche no, a riflettere e ad andare oltre. Non lo farò perché se qualcuno, poco prima di partire per il prossimo workshop sull’esperienza del ritratto di Toni, dovesse fatalmente capitare su questo post,
vorrei che ricevesse solo l’atmosfera di ciò che si crea durante quei momenti, niente di più.
Poche esperienze nella mia vita sono state così intense e disarmanti. Mai sono stata tanto vicina alla mia verità.
Solo chi è stato lì in mezzo con me, disposto a spezzare le resistenze per accogliere se stesso, ha vissuto fino in fondo l’esperienza per cui questo workshop è nato: affacciarsi con clemenza agli spazi interiori più profondi per costruire relazioni autentiche ed essere liberi.
Oggi, che sento ancora quel terremoto nero squassarmi il petto, sono una persona più libera e questo racconterà la mia fotografia di domani.
Lo devo a Toni, una persona eccezionale di cui la fotografia non può che essere specchio. Consapevolezza e amore. Grazie.
Lo devo a Francesca Stella, senza la quale questa esperienza non avrebbe avuto lo stesso significato. Lei mi ha vista davvero, e mi ha accolto senza riserve. Grazie.
Lo devo a Gianluca Guaitoli, di cui fino a ieri ammiravo solo il lavoro attraverso gli scatti di Toni. Non mi stupisce mai che le cose migliori siano opera degli uomini migliori. Grazie.
Grazie a Francesca, ad Annalisa e alla Fondazione Fotografia di Modena per l’opportunità e il sostegno.
E poi ci siete voi ragazzi, che avete avuto il coraggio di lasciarvi condurre in questo viaggio.
Grazie Lawrence per la tua sincerità. Grazie ad Andrea, in cui ho intravisto un po’ di me. Grazie Riccardo per avermi teso la mano. Grazie a Marco B. per averci regalato degli splendidi momenti di acuta ironia! Grazie all’Astuta Poiana per il suo scatto felino e per la sbriciolona capitata proprio ad hoc… Grazie Georgia, siamo con te e vinceremo! Grazie ad Alessandra per non essersi sottratta. Grazie a Manuel che è stato lì in mezzo con me, grazie a Guido, Sandro e Marco D.! Grazie a Nicolas per aver guardato e poi, finalmente, aver visto… Grazie Manu per averci dato voce e fatto gridare!
Anche tu mi hai dato molto, più di quello che possono aver visto i presenti. Ti abbraccio ancora forte!
Stella
<3 Grandissima te valentina, che sei stata il perno di tutte le mie emozioni
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